21 Mag 2013

Lavoro: quali soluzioni a costo zero?

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Lavoro e welfare, riforma in quattro mosse

Premi per chi assume, meno vincoli per apprendistati e partite Iva, le controversie. I temi «caldi» segnalati dagli esperti.

Riportiamo un articolo de “Il Corriere della Sera” a cura di Isidoro Trovato.
 
 
Contratti temporanei, apprendistato, contratti a tempo indeterminato e partite IVA: quali sono, secondo gli esperti le possibili riforme a costo zero?

Il contratto temporaneo attualmente prevede l’avvio senza causale solo per il primo rapporto a termine e per una durata non superiore a 12 mesi senza possibilità di proroga. Chi ha lavorato fino a 6 mesi in un’azienda, se vuole ripartire con lo stesso datore di lavoro, deve far passare un intervallo di 60 giorni che diventano 90 se il contratto precedente è durato più di 6 mesi. Adesso si pensa di ridurre gli intervalli a un periodo di 20 o 30 giorni.

Le aziende e i Consulenti del Lavoro propongono di sospendere, fino al 31 dicembre 2016, anche i periodi di interruzione obbligatoria tra due contratti a termine. Andrebbe previsto anche un periodo straordinario di 36 mesi entro cui tutte le aziende possono avviare nuovi rapporti a termine. E questo anche se in passato tra azienda e lavoratori sia già stato raggiunto il tetto di 36 mesi. Ma la proposta più condivisa è un’altra: introdurre forme di incentivazione per la stabilizzare i rapporti. Per farlo basterebbe abbassare per tre anni il costo del lavoro per chi assume a tempo indeterminato.

L’apprendistato è considerato, potenzialmente, uno degli strumenti più efficaci per l’inserimento occupazionale dei giovani. La riforma Fornero ha inserito dei vincoli di stabilizzazione dei lavoratori apprendisti come condizione necessaria per avviare nuovi rapporti di apprendistato. Ma se lo scopo (evitare l’abuso) è lodevole, la conseguenza (vincoli e complicazioni) è penalizzante. Insomma, se le aziende vogliono incrementare i propri contratti di apprendistato devono prima assumere uno quota di quelli che hanno già in organico. La percentuale è fissata nel 30% degli apprendisti avviati, per nei primi tre anni di vita della legge, il 50% oltre i tre anni.
Da tempo gli esperti del settore sostengono che per sviluppare questo contratto è necessario eliminare le norme che obbligano i datori di lavoro alla stabilizzazione lasciando inalterate quelle previste da contratti nazionali di lavoro. Inoltre, deve essere introdotta una definizione di legge della «formazione on the job».

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