14 Mag 2012

Artigianato duepuntozero. Si ricomincia dal fare.

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Abbiamo parlato molto spesso di mercato del lavoro e di sviluppo, di innovazione e creatività. E sempre più spesso i primi due avevano a che fare con l’artigianato Made in Italy e la piccola e media impresa, mentre gli altri due con il web e l’informatica.

Cosa succede se questi elementi si mescolano e provocano una reazione chimica che ha la sostanza dell’industria, la forma dell’artigianato e lo spirito dell’open source?
Capita che si sviluppi una nuova idea di -creazione- del lavoro di pari passo con l’idea di -creazione di oggetti- che abbiano come peculiarità la ripetibilità dell’oggetto industriale, la cura dell’artigianato e la condivisibilità del common creative.

Tutto ciò è la realtà dei “Makers”, ovvero degli artigiani digitali con il pallino della condivisibilità delle idee, e la forte convinzione che (quasi) tutto ciò che puoi immaginare, tu lo possa costruire.
Un calderone di ingegneri, designers ed informatici che condividono competenze e macchinari (parecchio costosi come prototipatori, stampanti 3d e tagliatrici laser) al servizio delle idee, che una volta tanto non rimangono carta o bit, ma diventano veri e propri oggetti.

Ne parla con un certo entusiasmo wired, a proposito dell’incontro tra makers e il Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera (che a quanto pare è rimasto profondamente colpito) e altri articoli interessanti si possono trovare su Repubblica, su tecnoetica, su 01.net, e su che futuro!

È complesso, è vero, ma per farsi un’idea di quale sia la “potenza di fuoco” di tutto ciò pensate ad uno degli oggetti della più alta scuola d’artigianato italiana: un violino Stradivari. Scansionato, riprodotto in un progetto tridimensionale e stampato in 3d con polimeri plastici. Il risultato è questo:

Ora immaginate l’impatto sulla vita quotidiana di tutto ciò che si può creare. I pionieri di questa nuova era della “manifattura” in Italia sono Arduino e, a Torino, Fablab.

La visione del domani inizia a diventare sensazione tattile, e la possibilità che ciascuno diventi “creatore” dei propri oggetti (e li condivida) avvicina il futuro al presente. E tutto ciò ha il suo laboratorio fra l’Italia e gli States.

L’innovazione è nel nostro DNA, perciò continueremo a seguire con interesse gli sviluppi di questa nuova forma di “artigianato” e, ovviamente, a tenervi informati.

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3 Responses to Artigianato duepuntozero. Si ricomincia dal fare.
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