07 Gen 2014

L’importanza della customizzazione per lo sviluppo tecnologico

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L’importante relazione tra i desideri delle persone e lo sviluppo di nuove tecnologie

Più volte su questo blog abbiamo parlato dei makers come realtà in divenire per quel che riguarda il futuro dell’artigianato (in particolare qui per quel che riguarda la realtà Torinese).

Ma ci siamo chiesti cosa sia che muove la ricerca e lo sviluppo di nuovi materiali e nuove tecnologia in quest’ambito che tocca così da vicino la quotidianità?

La storia recente ci ha insegnato che il flusso di innovazioni tecnologiche ha sempre funzionato con il modello “cascata”, ovvero modelli unici o rari che vengono sviluppati da entità ristrette e che poi vengono “consegnati” al largo consumo. E questo è spesso accaduto per l’esuberanza dei costi della prototipazione.

Nel caso dei Makers e della stampa 3D pare invece che “folla” ed “entità ristrette” stiano offrendo contributi quasi pari alla necessità evolutiva dei progetti e dei prodotti.
Questo avviene perché, di fatto, sta avvenendo un’inversione di flusso rispetto alla produzione di prodotti su larga scala; mentre prima il consumatore puntava ad articoli prodotti in serie e quindi a basso costo, ora il desiderio è di avere gli stessi oggetti ma personalizzati il più possibile. Esempi di massa ne sono i nomi sulle etichette della Nutella e sui barattoli della CocaCola, oppure la possibilità che la maggior parte delle grandi aziende produttrici di articoli sportivi dà (con un sovrapprezzo non esagerato) di rendere -quasi- uniche le proprie scarpe da ginnastica, per esempio.

Ora pensiamo a cosa significhi avere la possibilità di avere un oggetto fatto su misura, di fianco all’opportunità di farselo a casa propria. Uno spazio quasi infinito di desideri da realizzare e di mestieri da proporre, con un indotto dalle enormi potenzialità.

Le grandi aziende hanno fiuto per i desideri e lavorano per realizzarli ancora prima che questi vengano espressi. Al CES di Las Vegas sono infatti iniziate a comparire le stampanti 3D “desktop” ovvero di dimensioni ridotte di modo da poter essere acquistate da privati. Ovviamente i prezzi non sono ancora quelli di una normale stampante da scrivania, ma nemmeno così proibitivi se consideriamo che si parla di un migliaio di euro.

La Lego ci sta già lavorando: voi non vorreste stampare mattoncini unici per i vostri figli? Non spendereste qualche soldo in un 3D Print Shop per un action figure con le vostre sembianze?

Ecco, forse non stamperemo una delle 50 cose più incredibili, ma siamo certi che la progettazione, la produzione e il mercato di oggetti a stampa 3d, offrano un oceano di possibilità per lo sviluppo di nuove professioni.

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