23 Feb 2015

Inchiostro biotecnologico per rilanciare il Made in Italy

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Nasce a Torino il nuovo inchiostro biocompatibile che difenderà il made in Italy

Si tratta di un prodotto stampabile a getto biocompatibile e a-tossico fatto di grafene e polianilina (una plastica conduttiva). Questa nuova tecnologia permetterà di creare delle confezioni alimentari con un sistema integrato di tracciabilità e anti-sofisticazione

Le applicazioni del grafene sono davvero tante e nei prossimi anni i campi di utilizzo sono destinati ad ampliarsi verso nuovi settori, dall’energia alla telefonia mobile del futuro. Certo fino a qualche tempo fa sarebbe stato impensabile immaginare che anche la salvaguardia del made in Italy potesse passare per un prodotto contenente grafene.

E’ quello che hanno fatto Alessandro Chiolerio e il suo team di ricerca del laboratorio di Torino dell’Istituto Italiano di Tecnologia dando vita ad uno specialissimo inchiostro dalle qualità straordinarie: stampabile a getto, biocompatibile, biodegradabile ed a-tossico, nato dall’unione del grafene (materiale bidimensionale a base di carbonio) e della polianilina (una plastica conduttiva). I segreti della nuova “formula” sono contenuti in due nuovi brevetti depositati dall’IIT.

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La produzione del nuovo inchiostro potrebbe avere un importante impatto sullo sviluppo produttivo del Paese grazie alla creazione di nuovi prodotti ad alto contenuto tecnologico, con implicite ricadute occupazionali. Proprio per questo lo stesso Istituto Italiano di Tecnologia sottolinea che uno degli scopi della diffusione di queste nuove tecnologie nel tessuto produttivo è quello di dare un contributo al rilancio dello sviluppo del Paese in un periodo di grave crisi economica come quello che stiamo vivendo. La scommessa è investire sulle nanomanifatture (la produzione che utilizza le nanotecnologie), la cui diffusione potrebbe costituire una rivoluzione di larga portata conducendo alla nascita di una nuova generazione di imprenditori e di tecnici, destinata a modificare l’attuale sistema produttivo e a creare mercati che oggi non esistono.

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